La storia della moto RUMI
Le Origini
La RUMI o meglio la RUMI Fonderie Officine è fondata nel 1906 da Achille Rumi e sin dall’inizio si dedica alla lavorazione di leghe speciali in bronzo, destinate in particolare alla costruzione di eliche e periscopi per l’Aviazione e la Marina. Sin da subito il mercato apprezza la qualità dei prodotti che si distinguono nettamente dalla concorrenza. In un secondo tempo la produzione viene ampliata con la costruzione di macchinari per l’industria tessile e l’Azienda prosegue il percorso di crescita fino ad arrivare a quasi 1.000 collaboratori intorno al 1940.

Il Marchio
Lo spettro di attività cui si dedica la produzione RUMI si ritrova sintetizzato nel logo dove sono rappresentate le tre componenti: cielo, terra e mare.
Un’ala di uccello a rappresentare il cielo, un pezzo di incudine a rappresentare la terra e un’ancora a rappresentare il mare.
The bandiera italiana fu aggiunta nel 1955 dopo la vittoria nel campionato italiano velocità da parte di Gianni Zonca

Donnino Rumi
Donnino Rumi nasce nel 1906. Dalla gioventù è attratto da ogni forma di arte ed è dotato di grande talento; è un amico di famiglia, tale Ghislandi, intagliatore, che se ne accorge e lo sprona a frequentare gli studi all’Accademia Carrara di Bergamo (www.accademiacarrara.it), dove, sotto la guida di Ponzano Loverini, affina le proprie capacità.
Adolescente lo troviamo garzone nell’Azienda di famiglia della quale comincerà ad occuparsi a tempo pieno intorno ai vent’anni, sospendendo gli studi, ma mai abbandonando la sua arte che si trova ben presente in tutti gli aspetti del suo lavoro (www.donninorumi.com)
Durante la seconda guerra mondiale la RUMI è occupata dai tedeschi; i macchinari, le competenze e la capacità della RUMI sono dirottate alla produzione di materiale bellico e in particolare di siluri. Donnino non ci sta: lotta come partigiano e viene rinchiuso nella prigione di Sant’Agata.
L’intervento di Betty Ambiveri, donna delle più illustri nella storia bergamasca, lo aiuta a uscire.
Riprende l’attività partigiana nel comasco e da qui rientra a Bergamo al termine del conflitto.
Alla fine della guerra la RUMI, cos’ come tante Aziende, si trova a dover convertire la produzione per passare da quella militare a quella civile. E’ Donnino Rumi che decide di diversificare unendo la produzione di macchine tessili, molto apprezzate e commercializzate in Italia e in Europa, con la produzione di motociclette.
L’incontro con il genio di Pietro Vassena completa il quadro.
Il Prototipo
Vassena ha progettato un motore molto originale e interessante. Bicilindrico, due tempi, pistoni con deflettore di derivazione fuoribordistica, alimentazione a valvola rotante attraverso l’albero motore e assemblaggio con viti a forma di quadrifoglio appositamente stampate. Dopo le prime prove al banco, il motore viene installato su un telaio Amisa.
Nel Novembre del 1948 al 27° Salone di Milano viene presentato il prototipo Amisa-Rumi, che raccoglie grandi consensi e convince Donnino Rumi ad avviare la produzione in proprio. La produzione delle moto RUMI inizia nel 1949, con la preparazione di un secondo prototipo semplificato rispetto alla versione “AMISA” dall’eliminazione della valvola rotante.

Sono di quel periodo i ricordi del figlio Achille (eh si, con lo stesso nome del nonno) che provando il prototipo va a verificare in centro a Bergamo la reazione della gente.
Dal 1950 al 1960
La RUMI presenta il suo primo modello, denominato Turismo, nel 1950 alla mostra del ciclo e motociclo di Bergamo e nello stesso anno alla Fiera Campionaria di Milano. La moto è caratterizzata dal geniale motore di Vassena e dalle linee e i colori di Donnino Rumi che non ha mai smesso di essere artista e che sin dall’inizio disegna personalmente le linee delle moto e ne fa sculture in creta prima di passare alla produzione.
La produzione iniziale si attesta a 10 moto al giorno e negli anni successivi, con l’uscita di nuovi modelli e i numerosi successi nelle competizioni di velocità e di regolarità in Italia e in Europa, cresce fino a raggiungere l’apice del 1955 chiuso con 22.000 moto prodotte e con quasi 1.500 Collaboratori.
La commercializzazione diviene internazionale con forniture sia in Europa sia in Stati Uniti e Sudamerica.


La parte finale è la più difficile da scrivere; la riassumerò dicendo che la produzione della Moto RUMI si arresta alla fine del 1962.